Dea Madre e associazioni alla danza orientale
Col nome di danza orientale si va ad indicare una corrente artistica e culturale dalle origini antichissime, quella della danza del ventre o come piace chiamarla in America, la bellydance.
Le associazioni che possiamo generare attraverso questo termine particolare sono molteplici, utilizzando infatti il nome di danza orientale, vi è un rimando alle antiche filosofie provenienti dall’Oriente, legate profondamente alla crescita spirituale e intellettuale delle antiche società, al legame con gli elementi naturali e al discorso venerativo nei confronti della fertilità femminile.
L’Oriente possiede inoltre delle origini correlate alla nostra danza occidentale, quindi un nome più “affidabile” dal punto di vista olistico del termine, che dal latino significa “il luogo dal quale sorge o nasce il sole”.
Il fattore di nascita ovvero “orios”, lo troviamo alla base della parola etimologica “oriente”, essa sta ad identificare nella danza orientale la stessa nascita della danza, identificabile a sua volta nella “danza della nascita”.
Una danza facente parte del culto della Dea Madre (o signora della porta orientale), una divinità dalle facoltà inimmaginabili capace di donare e far continuare la vita stessa degli esseri umani, accompagnandoli dall’origine della loro esistenza.
Partendo da questi presupposti di base, abbiamo dunque una serie di elementi che decretano come la danza del ventre o appunto quella Orientale sia in realtà la danza di origine per antonomasia, anzitutto poiché con alte percentuali di probabilità, nata in antica epoca preistorica e nata per idolatrare il concepimento e la nascita degli esseri viventi.
Detto questo, il nome proprio di danza orientale possiede però alcune sfaccettature negative, in primo luogo perché è un nome molto generico, confondibile e privo di un focus specifico (come invece lo è quello della danza del ventre).
La danza orientale potrebbe quindi essere un contenitore più ampio di quello delle odalische, che potrebbe di primo acchito anche inglobare danze provenienti da Paesi come Cina o Giappone.
L’utilizzo di questo nome altisonante occorse solo come “cavallo di troia” per quei popoli mediorientali, con il preciso intento di spingere la loro maestosa cultura oltre i propri confini, facendola espandere a macchia d’olio attraverso i Paesi più remoti, come l’Italia o gli Stati Americani.
Capita spesso che molte danzatrici o maestre di questa disciplina optino per l’utilizzo in classe del nome originale, ossia quello di danza del ventre, il quale sta ad identificare una zona del corpo femminile che nei secoli ha da sempre trasmesso forza, criterio ed importanza alla storia della donna sul Pianeta Terra.
Questo non viene così ben descritto e delineato nel termine danza orientale, che si limita ad una visione del tutto geografica e nemmeno così ben ubicata, infatti poi nel tempo è nato anche il termine di Danza mediorientale.
In conclusione il nome di danza orientale è stato creato in Occidente, proprio per tralasciare tutta quella complessità di carattere storico e culturale che all’epoca nacque come pregiudizio, proprio attorno al significato intrinseco del ventre della donna, ed alla sua relativa carica erotica.