Il centro del Ventre nella storia e nella religiosità della bellydance
Ciò che orbita come effetto collaterale sulle culture e da millenni attorno alla danza del ventre è qualcosa di magico e mistico ma che al contempo ha attirato a sé pregiudizi di ogni sorta da parte di una buona fetta di pubblico mediorientale.
Ancora prima che la bellydance venisse esaminata con maggiore cura da filosofi uomini di scienza, vi era ben nota la questione del ribaltamento delle sacre scritture e del valore apportato a simboli onirici quali il ventre, i fianchi e l’ombelico femminile.
Quest’ultimo sempre sul filo del rasoio per quanto riguardava l’aspetto del significato intrinseco, che di fatto si interponeva tra la sensualità e l’origine della vita umana, un vero rompicapo per i fondatori delle religioni antiche e più tardi anche per la chiesa cattolica.
Questo poiché anche per un personaggio illustre della Bibbia come Adamo, veniva sempre sottoposto il quesito universale se rappresentarlo con o senza ombelico, specialmente in ambito artistico (scultura e pittura), per il fatto che lui non fosse nato da nessun grembo materno ma bensì direttamente dalle mani Dio.
Durante la seconda metà del XVIII secolo,la stessa Santa Inquisizione giudicava eretico chiunque dubitasse dell’assenza dell’ombelico dal ventre di Adamo, punendo i dissidenti in maniera esemplare.
Permaneva comunque la questione del fatto che se Dio avesse creato l’uomo a sua stessa immagine e somiglianza, anch’egli dunque avrebbe dovuto avere la parte anatomica in questione, da qui nacque la seconda scabrosa ed irrispettosa domanda: “Se Dio possiede un ombelico, chi ha creato Dio?”
A questo proposito accorre in aiuta la religione islamica, la quale attraverso un’antica leggenda spiega le origini dell’ombelico sul primo uomo generato, accusando direttamente il Diavolo: egli sputò nel centro del ventre dell’uomo appena creato, il Signore, per impedire alla demoniaca creatura di spargere veleno maligno e intossicare un essere innocente ed appena nato, strappò via dal corpo della sua nobile creatura la parte infetta dalla Bestia, lasciandone visibile il trauma e la relativa “cicatrice”.
Checché se ne dica, l’ombelico in alcune culture del Mondo ne rappresenta il centro onirico, uno dei simboli di maggiore spessore ed importanza, inoltre questa parte del corpo umano ne rappresenta anche la sessualità, trovandosi per di più in zona adiacente a quella pelvica, ne richiama l’attenzione e ne fa da eco, per questo è stato nei secoli reso parte censurabile e da nascondere.
Anche agli inizi del 1900, in vari scatti fotografici e nei primi film vi era ancora presente la pratica di coprirlo o di camuffarlo, attraverso l’uso di costumi e vesti adeguate.
Per questo la danza del ventre, prima in Oriente e poi nel resto del Mondo, ha da sempre destato l’attenzione delle religioni su di essa: come sarebbe stato possibile coprire il centro del ventre, per una danza che ne inneggia i movimenti e ne sottolinea l’importanza?
Verso la metà del XX secolo, questo viene rimediato con l’applicazione di cinture, vesti e a volte gioielli volti alla copertura della piccola parte lasciando il ventre così libero di essere visto senza subire nessun tipo di censura mediatica o religiosa.