La Bellydance e i suoi tanti nomi nei Paesi del Medio Oriente
La ormai ben nota ai più e famosa bellydance, in Italia riconosciuta come danza del ventre ha nel suo storico un gran percorso culturale.
Un antico e lungo percorso artistico che l’ha vista sia cadere che risalire in vetta all’opinione pubblica dei Paesi che hanno avuto il piacere di conoscerla ed ospitarla nel corso del tempo.
Nella sua storia la bellydance è stata influenzata anche da moltissimi nomi differenti, ed inoltre, in pochi sanno che questa danza fa tutt’oggi parte di vari Paesi del Medio Oriente.
Ad esempio in Grecia si espande col nome di “Cifta Telli”, riconsiderando le antiche usanze in onore della Dea Afrodite, in Turchia è riconosciuta come “Rakkase”, mentre in Egitto tramite i suoi famosi nomi “Raqs Baladi” (inerente alla danza del ventre popolare) e “Raks Sharki” (quello inerente alla danza del ventre delle danzatrici professionali e più classico degli anni ‘20).
A questo punto, onde evitare complicazioni o disguidi tecnici per la scelta del nome corretto da utilizzare l’attuale bellydance, sarebbe giusto utilizzare quello di “danza Medio orientale”.
In questo caso è il nome corretto quando si vuole indicare non solo la bellydance originale, ma anche diramazioni eventuali di altre danze folkloriche del Medio Oriente, che ormai fanno comunque intrinsecamente parte della struttura semantica ed organica della danza del ventre tradizionale.
Nel corso dei secoli questa corrente artistica ha di fatto assorbito migliaia di elementi, passi, costumi, accessori e movimenti diversi, da Paese in Paese, costruendo un tassello per volta ciò che oggi viene concepito nella sua integrità come bellydance.
Per queste ragioni sopra riportate e, per conoscere appieno sia l’etimologia che la completa struttura dei passi esistenti della bellydance, occorre perciò entrare in contatto e studiare le culture che l’hanno nel tempo ospitata e rappresentata, nonché il suo sviluppo considerevole di stampo artistico all’interno dei Paesi dell’antico Mondo del Medio Oriente, che sono riusciti a portarla in vetta e a farla conoscere ed espandere anche nei Paesi Occidentali.
Per apprenderne realmente e profondamente l’essenza artistica, perciò, non bisogna affatto confinarla e isolarla geopoliticamente, ma capire che tipo di indottrinamento ha ottenuto la sua cultura sui popoli che l’hanno accettata e assorbita, avere dunque una visione di insieme sia di multiculturalità, sia allo stesso tempo di unità, cercando di capire al meglio chi e cosa abbia influenzato chi e cosa.
Naturalmente bisogna anzitutto e come sempre, tenere bene a mente l’importanza dei valori fondamentali di quest’arte danzata, dando rilevanza agli aspetti che l’hanno resa un patrimonio universale dell’umanità, un patrimonio che possiede dall’alba dei tempi il compito di omaggiare il principio dell’esistenza della donna sulla faccia della Terra, sia dal punto di vista fisico, che soprattutto per quello dello spirituale.